Ieri ero talmente stanco al mio arrivo che sono crollato sul minuscolo divano della casa di Rozemarijne e Harald senza considerare l’alta probabilità di svegliarmi con la schiena dolorante (qui l’articolo alla tappa precedente). E così è stato. Ma almeno il ginocchio non mi da più fastidio. Mi sembra un ottimo compromesso, qualcosa mi dovrà pur fare male, no?
La questione della schiena è in realtà più complessa. L’inesperienza mi ha portato a decidere di viaggiare con lo zaino sulle spalle, anziché metterlo su un portapacchi. Mai scelta fu più sbagliata… ma quando si è in ballo bisogna ballare.
La giornata di ieri è inoltre stata quella del “giro di boa”. Mancano solo due tappe per arrivare ad Amsterdam e io non sto più nella pelle. Oggi tocca pedalare da Utrecht a Rotterdam in bicicletta. Tocca alzarsi.
Scosto le tende rosa della finestra sopra al divano dove ho dormito, sperando di scorgere un raggio di sole, ma niente. Anche la giornata di oggi sembra uggiosa. Il cielo è coperto e la strada è bagnata, ma non sembra fare freddissimo. Almeno spero.
Mi vesto come al rallentatore per non svegliare i miei host che stanno dormendo nella stanza accanto del piccolo bilocale dove alloggio. In due minuti sono pronto e inizio a saggiare il ginocchio, per vedere se mi da ancora qualche fastidio. Sembra tutto a posto. Bene così.
Busso alla porta della stanza dei due ragazzi per salutarli e dopo pochi attimi esce Rozemarijne completamente nuda e coperta da una leggera vestaglia. Mentre sono concentrato a mantenere il contatto visivo, mi aiuta ad uscire dalla stretta porta principale manovrando la bici. Ci facciamo un in bocca al lupo per i reciproci viaggi e ci salutiamo con un abbraccio.
Salto in sella sotto una leggera pioggerellina e inizio a controllare le indicazioni per pedalare da Utrecht a Rotterdam, la mia tappa di oggi.
Sono ancora un po’ stanco da ieri ma la tratta di oggi è davvero breve, appena 60 km. Parto piano per testare il ginocchio. Sembra che oggi non avrò problemi. Ottimo. Ma non solo. Il tempo migliora e posso approfondire la mia amicizia con le piste ciclabili olandesi che in questo tratto più che ciclabili mi sembrano autostrade!
Asfalto perfetto, segnaletica e indicazioni sempre presenti. Non ho parole, non ho mai visto delle ciclabili così precise, pulite e perfette! Gli olandesi hanno veramente fatto propria la cultura della bici. Ad un livello eccezionale.

Anche il panorama non è niente male. Non vedo i classici mulini che mi aspettavo di trovare un po’ ovunque (maledetti stereotipi) ma i poulders hanno il loro fascino. I poulders sono dei quartieri costruiti con canali artificiali al posto delle strade. Quindi ognuno ha la sua villetta con giardino che da sul canale navigabile. Sono uno spettacolo e ogni villa è più bella dell’altra.
Affascinato dalla bellezza della campagna Olandese arrivo a Gouda, dove faccio la mia prima sosta.
La città è molto famosa per il tipico formaggio giallo olandese… ma io sono allergico ai latticini quindi mi consolo con la vista della piazza del mercato e del suo bellissimo municipio.

Mi piace ogni scorcio di questa città. I canali e le case di mattoni a ridosso dell’acqua la fanno da padrone. Passo una buona mezz’oretta camminando senza meta per le strade della città addormentata in questa tiepida mattina, quando poi mi accorgo che mi mancano ancora 40km e che tocca darmi una mossa.
Riprendo la marcia nel pomeriggio lungo la strada N219 che si snoda attraverso paesi uno più bello dell’altro. Uno su tutti è Capelle aan den Ijssel che mi affascina perché ai lati della strada che taglia in due il paese ci sono case collegate alla terraferma su un lato ma sugli altri 3 sono circondate dall’acqua. Delle vere e proprie penisole collegate ai vicini da dei ponticelli o via acqua sulle barche.
Sono così estasiato che mi perdo e finisco perso in dei campi. Sempre su una pista ciclabile, ma perso. All’orizzonte scorgo i grattacieli di Rotterdam, quindi la direzione è giusta, ma mi sembra di essere in un labirinto. Mentre controllo su Google Maps qual è la strada migliore per tornare sulla strada principale, spuntano dal nulla una coppia di ragazzi in tandem.
Ci salutiamo (qui fuori dalle città in bici si salutano tutti, anche solo un cenno) e mi chiedono se mi sono perso. Forse ce l’ho scritto in faccia. Gli dico che sono diretto a Rotterdam ma che non riesco a capire la direzione giusta.
“No no, stai andando bene! Anche questa ciclabile nei campi ti porta in direzione di Rotterdam! Noi andiamo nella stessa direzione, seguici ti facciamo strada.”
Sono stato fortunato. I due ragazzi sono Belgi di Anversa e stanno finendo un viaggio in tandem dove hanno visitato tutta l’Olanda. Lei è ingegnere e lui biologo, ma la loro vera passione è la bicicletta e un giorno gli piacerebbe viaggiare per tutta l’Europa.
Mentre pedaliamo fianco a fianco e parliamo della nostra passione in comune, noto che il mio ritmo è aumentato. Ma non lo sforzo. Cioè, sento meno fatica. E’ proprio vero che pedalare in compagnia serve anche a sentire meno la stanchezza e andare più rapidi.

E’ davvero piacevole pedalare con Anna e Teo, ma dopo pochi chilometri tocca dividerci. Rotterdam è sempre più in vista, non posso davvero sbagliare strada. Mi lasciano le ultime indicazioni, si sincerano che io abbia ben capito il percorso da fare e mi salutano con un sorriso. Sono rimasto stupito da tanta gentilezza. E io che pensavo che le persone del Nord Europa fossero tutte chiuse e fredde… dicevamo degli stereotipi?
Attraverso il fiume Nieuwe Mass sulla ciclabile di fianco all’autostrada e finisco nella periferia di Rotterdam. Mano a mano che mi sposto verso il centro vedo sempre più gente per le strade. Poi capisco perché quando arrivo all’altezza dello stadio del Feyenoord dove si sta disputando un’importante partita di coppa contro l’Utrecht. Una sorta di derby, se ho capito bene. L’atmosfera è molto bella e impregnata dell’odore di patatine fritte e panini con la salamella ma l’area è tutta bloccata da autobus, tram e camionette della polizia.
Per fortuna non sono di fretta, così decido di prendermi anche io un panino con dentro lcosa di non meglio identificato, ma di sicura origine animale, ad uno dei baracchini fuori dallo stadio.
Lo stomaco è pieno e le gambe pronte, si riparte. Questa tappa da Utrecht a Rotterdam in bicicletta non mi è sembrata così difficile!
Il versante est della città, dal quale sono entrato io mi sembra completamente nuovo, come se fosse stato costruito appena pochi anni fa. Le case e i palazzoni sono tutti squadrati e spigoloso. Non mi fanno impazzire ma non li trovo neanche eccessivamente brutti.

Le ciclabili non mancano (strano eh?) e in pochi minuti pedalando lungo il fiume arrivo nei pressi di un ponte gigantesco. Si tratta dell’Erasmusbrug, un ponte tutto bianco e ciclabile che sembra un gigantesco cigno. Dalla metà del ponte di gode di una bella vista panoramica della città e di Noordereiland, un’isola nel mezzo del fiume abitata e piena di case molto belle. Io vi consiglio di non perdervelo.

Dalla metà del ponte di gode di una bella vista panoramica della città e di Noordereiland, un’isola nel mezzo del fiume abitata e piena di case molto belle. Io vi consiglio di non perdervelo.

Il ponte mi porta verso un centro, pieno di edifici e palazzi modernissimi. Anche le vie centrali sono invase di tifosi e i pub straripano di persone che cantano e bevono birra.
Non passo tanto tempo nel centro di Rotterdam, mi accorgo che è già tardissimo e il mio telefono sta per morire!
Avviso il mio host di Couchsurfing che sto per arrivare e mi accorgo che il luogo è a 10km a nord di Rotterdam. Faccio in tempo a perdermi un paio di volte, la batteria del cellulare mi abbandona e così sono costretto a chiedere alla gente in giro indicazioni. Sono tutti gentili e soprattutto parlano tutti molto bene l’inglese tanto che ritrovo subito la strada. Comincia anche a piovere e gli ultimi chilometri mi sembrano davvero non finire mai.
Come ad Utrecht il giorno prima anche stavolta ho difficoltà a trovare la casa del mio host… le vie e le case sono tutte uguali!
Alla fine arrivo a casa di Gerard un insegnante prossimo alla pensione molto simpatico. Non cucino niente stavolta, mi offre lui una cena tipica olandese. Una salsiccia affumicata, verdure di stagioni e dei cetrioli all’aceto. Tutto abbastanza buono per carità… ma avrei preferito cucinare io. Meno male che ho preso un panardo fuori dallo stadio, altrimenti il mio stomaco non avrebbe retto. La birra però è molto buona e decido di tenere la bottiglia, per ricordo e per collezione.
Passiamo la sera a raccontarci dei nostri viaggi e delle nostre esperienze. Nonostante sia più vicino ai 70 che ai 60 anni è un grande viaggiatore! Ha già ospitato più di 150 persone e ha tantissimi amici sparsi per il mondo. Alla sua età voglio essere anche io come lui.
Vado a dormire stanco ma soddisfatto. Ho pedalato da Utrecht a Rotterdam e quasi mi è sembrato facile. Ormai è quasi finita. Domani arriverò ad Amsterdam.