Mi sveglio e scosto la tenda per vedere che tempo fa. Ormai sta diventando un’abitudine. Cielo grigio e un po’ di vento che muove le fronde degli alberi. Tutto nella norma, insomma.
Il ginocchio sembra ok. Non ho idea di cosa sia successo due giorni fa quando ho sentito una fitta fortissima che mi ha fatto prendere il treno per arrivare ad Utrecht.
Sperando che nell’ultimo giorno tutto vada per il meglio mi vesto. Sento i vestiti che mi calzano e mi avvolgono come un cavaliere che indossa la sua armatura pronto alla battaglia. E’ una bella sensazione.
La colazione olandese è molto più gustosa della cena. Uova, pancetta, pane e marmellata e cereali. Sono carico (e pieno) di energia per affrontare gli ultimi 84 Km di viaggio.
Esco dalla porta di casa insieme al mio host Gerard che anche lui oggi userà la bicicletta, ma per andare a lavoro a scuola. Ci salutiamo mentre andiamo in direzioni opposte, pedalando lungo le casette di mattoni tutte uguali.
Oggi concludo il mio viaggio ad Amsterdam anche se non ci andrò direttamente: passerò infatti da due città molto interessanti e che mi hanno consigliato, ovvero Delft e Den Haag.
Arrivare alla prima città, Delft non è difficile. La strada è tutta in piano, le ciclabili (manco a dirlo) abbondano e soprattutto è pieno di indicazioni. Sembra una cittadina davvero popolare in Olanda.

Delft è diversa da tutte le città visitate fino ad ora. E’ di origine medievale ed è riuscita a mantenersi davvero molto autentica: qui non troverete palazzoni o case ultramoderne ma tanti canali, strade decorate con fiori colorati e case costruite in mattoni in stile olandese.
Nonostante le sue ridotte dimensioni la città è storicamente molto importante: infatti qui sono sepoliti tutti i re e le regine olandesi. Piazza principale e torre campanaria altissima non mancano… da visitare, ve la consiglio!

La seconda tappa della giornata dista pochi chilometri da Delft ed è Den Haag (che noi in Italia chiamiamo L’Aia) e ne sentiamo spesso parlare perché qui ha sede la Corte Penale Internazionale… ma io me la ricorderò perché ci sono arrivato sotto una pioggia torrenziale!
Decido di tirare fuori i miei potenti mezzi per proteggere lo zaino: i sacchetti trasparenti della spazzatura gialli! Almeno è più facile vedermi, soprattutto in città. Den Haag un po’ mi ha deluso, fondamentalmente perché non c’è granchè da vedere. Complice anche la pioggia martellante decido di rimettermi in marcia.

Ma prima agguanto un panino e delle patatine al volo da un camioncino al lato di una strada. Mi fa un po’ strano ordinare da mangiare circondato da uomini di mezz’età tutti incravattati e vestiti bene usciti da chissà quale ufficio importante ma non me ne curo più di tanto. Sono appena a metà strada e voglio arrivare ad Amsterdam il prima possibile.
Tempo di finire il panino e smette di piovere. Solo che la vicinanza del mare e il vento pungente condito da improvvise e forti raffiche inizia a farsi sentire. “Almeno se dovessi ribaltarmi per una folata” penso “non corro il rischio di essere investito da una macchina… ho la ciclabile tutta per me!”
E infatti ci sono solo io a pedalare su questa autostrada anche se ogni tanto mi fanno compagnia dei motorini, che tirano dritti incuranti dei bruschi sbuffi di vento gelido.
Ebbene si, avete capito bene. Motorini. Fino ai 50cc i mezzi motorizzati sono autorizzati a percorrere le ciclabili. Sono talmente grandi che non danno fastidio ma non solo…. non è obbligatorio il casco!! E questa è una delle cose che mi ha lasciato più perplesso… certo, c’è il limite di velocità di 30km/h ma non so voi io non mi sentirei così sicuro! Stranezze dell’Olanda.
Oltre ai motorini mi fanno compagnia campi, serre, distese di fiori coloratissimi di tutti i tipi forme e dimensioni e greggi di pecore, incuranti del freddo.

Il tratto di strada da Den Haag ad Amsterdam è tutto così. Molto tranquillo, ma sempre su delle ciclabili che sembrano uscite da un rendering tanto sono precise e sembrano quasi stonare con la tranquillità sonnolenta della campagna.
Man mano che mi avvicino alla città iniziano a scomparire le distese di fiori colorati e le pecore che pascolano. Capisco che sono arrivato in città quando arrivo nei pressi dell’aereoporto di Schipol. La strada fa un percorso assurdo che mi porta a pedalare sotto una delle piste! Praticamente ho pedalato sotto un ponte mentre sopra stava passando un Boing 747 (gigantesco!) della KLM! Sentire il rumore delle ruote e dei motori a pochi metri di distanza sopra la mia testa è stato impressionante!

Il tempo qui è davvero imprevedibile. Si apre il cielo e tempo pochi minuti ritornano a gonfiarsi le nuvole. Tocca fare uno sforzo e andare più veloce. Sono 15 i km che mi mancano ma le mie ruote ormai hanno preso confidenza con il manto perfetto delle ciclabili olandesi. Sarà che ormai è il quinto giorno di viaggio e le gambe ormai sono allenate, sarà la voglia di non beccarsi un’altra marea di pioggia, sarà la ciclabile perfetta ma in poco tempo sono alle porte di Amsterdam.

E’ superfluo dirvi che sono entrato in città fino al mio ostello, accompagnato da una ciclabile che sembrava un’autostrada? Penso proprio di si, ma io non mi stancherò mai di dirlo.
Il mio ostello non è altro che una casa a due piani con due grandi camerate e un’unica doccia per 20 persone. “Bene così, mi toccherà anche fare la fila” penso. Sono riuscito a trovarlo a pochi passi dalla Museumplein, zona molto viva della città piena di musei e locali.
Avrei alloggiato o con Warmshowers o con Couchsurfing ad Amsterdam. Dovete sapere che è infatti una delle città con il maggior numero di host in Europa… ma ho scelto di arrivare durante i giorni del Kings Day, che è il giorno di nascita del re ed è festa nazionale. Giovani di tutto il mondo vengono ad Amsterdam per festeggiare per le strade e per i canali. A saperlo prima cambiavo date… ma va bene così.
Tutto sommato l’ostello è carino e tranquillo. I padroni della struttura sono italiani e mi hanno dato un sacco di indicazioni e curiosità. Io mi sono trovato bene ed è anche in una buona posizione, ve lo consiglio.
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Sono talmente stanco che faccio una doccia bollente, mi rivesto, esco, mi siedo al primo pub che trovo, prendo una porzione di patatine accompagnate da un panino gigantesco e innaffio il tutto con una birra da un litro. Penso di essermelo meritato.