Nell’estate del 2020 complice la pandemia e le restrizioni in atto in tutta Europa, ho deciso per la prima volta nella mia vita di fare trascorrere tutte le mie meritate ferie in giro in bicicletta per l’Italia. Ho sempre viaggiato all’estero in estate per diverse ragioni come ad esempio il caldo torrido che il nostro paese ci regala ma lo scorso anno mi sono detto “Non l’ho mai fatto, perchè non provare?”. Il viaggio è stato spettacolare ma in questo articolo vorrei concentrarmi su cinque errori che ho fatto viaggiando in bici in Italia, così che magari possiate evitarli nelle vostre prossime avventure cicloturistiche!
Per partire per questa avventura sono partito da Milano ho percorso più di 2.000Km prima di ritornare a casa (sempre a Milano) passando per posti che fino ad ora avevo solo sentito nominare e che non avevo mai visitato. Ci tengo infatti a precisare che questi errori non sminuiscono affatto l’esperienza fantastica che ho vissuto, scoprendo finalmente tante parti di Italia uniche e bellissime.
Ma andiamo con ordine e vediamo quali sono stati questi cinque errori che ho fatto viaggiando in bici in Italia la scorsa estate.
1 – Ho sbagliato il rapporto per viaggiare (ho usato il 48×18)
Per chi non lo sapesse io viaggio in scatto fisso, ovvero con una bicicletta senza cambi e senza la ruota libera. Non si può quindi pedalare a vuoto all’indietro, né smettere di pedalare ed ogni giro del pedale corrisponde ad un giro della ruota. Fatta questa premessa per chi non sapeva che cos’è una bicicletta scatto fisso, vi basti sapere che la scelta della rapporto è molto importante, a volte anche determinante in un viaggio . Questa ci dovrà andare bene sia in salita che in discesa che per tutti i chilometri che andremo ad affrontare nel nostro viaggio.
Questa bicicletta in particolare (una scatto fisso assemblata da Supernova) è stata la mia seconda bicicletta a scatto fisso per la quale ho deciso di cambiare il rapporto, rendendolo più “duro” di quella precedente. Infatti prima con la mia vecchia bicicletta Orangina utilizzavo il 46×18, un rapporto un po’ più leggero di questa. Forse complice il lockdown, forse complice la bici carica o forse semplicemente per colpa delle mortali salite che ho trovato in Italia, penso di aver scelto un rapporto troppo impegnativo che si mi è servito tanto in pianura, ma mi ha reso a volte tutto davvero troppo complicato.

Altra considerazione che faccio a monte è quella di aver sopravvalutato la mia condizione atletica che anche per colpa del lockdown e del mancato allenamento è andata a perdersi.
Insomma, alla fine ce l’ho fatta ma forse con un rapporto più leggero (come il mio vecchio e già rodato 46×18) me la sarei forse goduta di più
2- Ho viaggiato con un componente non testato… che poi si è rotto
Se mi seguite sapete che mi piace il fai da te e in generale gli “accrocchi”. Mi piace provare a trovare una soluzione a tutto magari inventandomi qualcosa che non esiste. E così prima di partire insieme ad un amico ho costruito un cage da forcella per trasportare due borse da 10 litri sulle due forche della bici. Volendolo fare perfettamente su misura abbiamo deciso di stamparlo in 3D utilizzando del materiale plastico fuso. Un accrocchio particolare che vi racconto in questo video sul mio canale YouTube
L’idea era buona ma l’esecuzione, essendo un prototipo… non è stata delle migliori! Alcune parti si sono rotte subito alla partenza, ma il prototipo era ancora in grado di funzionare. E di fatto ha retto bene fino al quarto giorno di viaggio quando il peso dei due chili della tenda che ho portato con me lo hanno rotto (qui vi spiego meglio che cosa è successo). Sono riuscito a ripararlo utilizzando delle fascette ed alla fine ha portato a termine il viaggio, non senza difficoltà.
Un parziale successo ma che potenzialmente mi avrebbe potuto causare diversi problemi. Se non fossi riuscito a riparare il cage infatti avrei dovuto trovare un modo per trasportare una borsa da 10 litri in più. Alla fine è andata bene e forse se non fosse stato per le gobbe sulla strada create dalle radici dei pini marittimi… magari ce l’avrebbe anche fatta!
3 – Ho sottovalutato il caldo
Dite che ho scoperto l’acqua calda? Eppure è così: in Italia d’estate il caldo è una delle cose più difficili in assoluto da affrontare! E più si va verso sud (ma anche più ci si addentra nella Pianura Padana) più sarà impegnativo.
Sono contento di non essermi scottato (sono bianco tipo fantasma per intendersi) ma l’errore più grande è che ci mettevo tanto a svegliarmi e ad alzarmi e finiva sempre che partissi tardi, quando il sole aveva già iniziato a picchiare. Viste le temperature e i chilometri da fare sarebbe stato sicuramente meglio partire prima, nelle ore più fresche della giornata evitando la canicola tipica delle estati italiane.
Tra tutti questi cinque errori che ho fatto viaggiando in bici in Italia questo sarebbe stato sicuramente il più facile da correggere ed è una cosa che forse tanti danno per scontata ma che mio malgrado ho dovuto imparare. E a proposito, per affrontare meglio il caldo…

4 – Porterei una borraccia in più
Bere è importante ma in estate bisogna bere ancora di più. Non ci voleva Studio Aperto ma il sottoscritto non ha la televisione in casa e così ho portato con me una borraccia da un litro e un’altra da mezzo litro. Me la sono gestita abbastanza bene, forte anche del fatto che in Italia ci sono tantissime fontanelle pubbliche da nord a sud. E sono tante, fidatevi, andate in Francia o in Germania se non ci credete! Ma in generale forse un litro mezzo di acqua anche a fine giornata per lavarsi e cucinare non è tantissimo.
Se tornassi indietro porterei sicuramente un altro mezzo litro in più come scorta di emergenza. Vi consiglio in Italia di scaricare l’applicazione gratuita fontanelle.org che è un’app in grado di mostrarvi tutte le fontanelle su una mappa, in modo da trovare sempre la più vicina.
5 – Ho fatto troppi chilometri ogni giorno
La media di chilometri fatti ogni giorno è di poco più di 130km al giorno (qui le tracce sul mio Strava) che forse sulla carta non sono una cifra così fuori dal mondo, ma non è l’unico parametro che va considerato. Oltre infatti ai chilometri bisogna contare l’aspetto del caldo già citato sopra ma anche tutto il lavoro che c’è dietro il produrre i contenuti video che vedete sul canale e quelli durante il viaggio come storie e post su Instagram
Non mi lamento, è il lavoro e la vita che mi sono scelto quella di raccontare le mie esperienze di viaggio. Certo è che non bisogna dimenticare l’impegno e lo sforzo che richiedono ed è per questo che dubito che farò un altro viaggio con tappe così impegnative e massacranti… perchè è stato veramente tosto!
Il mio suggerimento è, a seconda del proprio allenamento e condizione fisica, non cercare di arrivare ogni giorno stremati alla fine della tappa. Giorno dopo giorno capiremo il ritmo che il nostro fisico può reggere in viaggio. Di conseguenza saremo in grado di trovare il giusto numero di chilometri e dislivello che possiamo fare godendoci il viaggio. Il bello del cicloturismo è anche questo no? Non è una gara e non vince chi fa più chilometri in meno tempo… io ho dovuto fare un viaggio massacrante per capirlo, ma l’importante è capirlo!

Questi erano i cinque errori che ho fatto viaggiando in bici in Italia. Lo scopo di questo articolo è di esporvi i miei sbagli in modo che durante i vostri prossimi viaggi non li facciate anche voi! Se avete appena iniziato a viaggiare in bicicletta, scoprirete presto che non si smette mai di imparare
Spero che questo articolo ti sia stato utile! Seguimi su YouTube per non perderti i prossimi video!