Il cicloturismo, anno dopo anno, si sta diffondendo on po’ ovunque nel mondo. Persone di tutte le culture e razze girano il mondo in sella alle proprie biciclette, avventurandosi in luoghi e terre lontane.
Ma chi è stato il primo cicloturista della storia? Dove si è avventurato e sopratutto che percorso ha fatto in sella alla propria bicicletta?
Il primo cicloturista della storia non poteva che essere un cittadino inglese,
il giornalista Thomas Stevens of Hertfordshire. La sua storia è di ispirazione per tutti quelli che viaggiano in bicicletta.

Nato la vigilia di Natale del 1854 ad Berkhamsted ,nella contea dell’Hertfordshire. Dopo aver seguito il padre emigrato nel Missouri per fondare una fattoria, Steven si sposta prima a Denver e poi a San Francisco, dove imparò ad andare in bicicletta. Fin da piccolo Steven si appassionò ai racconti di Jules Verne come “Il giro del mondo in 80 giorni”: da qui prese l’ispirazione per il suo viaggio in bicicletta per il mondo.
La prima bici da cicloturismo
Va detto che le biciclette come le conosciamo adesso non esistevano ancora, ma esisteva il biciclo. Conosciuto anche come “Penny-Farthing” o “High Wheel”, questo tipo di velocipede era formato da una grande ruota anteriore sulla quale agiscono direttamente i pedali e un ruotino di dimensioni ridotte posteriore. Veniva appunto chiamato “Penny-Farthing” per associazione alle vecchie monete britanniche penny, più grande, e farthing, più piccola, ad indicare una similitudine con l’accoppiata della ruota anteriore più grande (penny) che guida la ruota piccola (farthing).
[FONTE: Wikipedia]

L’attrezzatura per il viaggio di Thomas Stevens
Ma ritorniamo a Thomas. Dopo aver sistemato sul manubrio del proprio biciclo della Pope Manufacturing Company di Chicago il proprio bagaglio, alle 8 del mattino del 22 Aprile 1884, Steven partì da San Francisco.
Vorrei fare un breve appunto sull’attrezzatura di viaggio di Thomas. Infatti nel suo bagaglio portava con se: un paio di calzini, una camicia, una cerata da pioggia che fungeva anche da tenda, una coperta per dormire e un revolver. Solo queste cose. Se penso invece adesso quanta attenzione faccio nel selezionare la mia attrezzatura quando viaggio in bicicletta… beh, un po’ di differenze ci sono! Sicuramente Steven aveva un’incredibile attitudine sia verso l’avventura sia di adattamento… le caratteristiche ideali per diventare il primo cicloturista della storia!
Stevens veniva descritto come “Un uomo di media altezza, con indosso una camicia di flanella blu e dei pantaloni fino al ginocchio e dotato di dei baffi prominenti sulla sua faccia.”

Il viaggio in America
Da Sacramento, Thomas pedalò verso est attraverso le montagne della Sierra Nevada attraverso il Nevada, Utah e Wyoming. Completò la prima traversata coast to coast degli Stati Uniti d’America dopo 3.700 miglia (circa 6000 km) a Boston il 4 Agosto 1884.
La rivista Harper’s parlò dell’impresa di Thomas Stevens, raccontando di come in centotre giorni totali di viaggio fu in grado, seguendo i vecchi tracciati che portarono i coloni in California, riuscì ad attraversare tutto il continente americano, in solitaria.
Thomas Stevens raccontò anche che un terzo di tutto il viaggio ha dovuto svolgerlo a piedi, a causa delle pessime condizioni dei sentieri o delle strade. Ma il suo viaggio non finì qui.
Dall’Europa al Medio Oriente
Dopo aver passato l’inverno a New York ed aver scritto per la rivista sportiva “Outing”, Thomas (grazie a tutte le conoscenze nei club di ciclismo statunitensi che aveva raccolto) riuscì ad ottenere un biglietto per arrivare fino a Liverpool in nave con la sua bicicletta.
Il 4 Maggio 1885 riprese il proprio viaggio partendo dalla Chiesa
Edge Hill di Liverpool acclamato dalla folla. Nel suo diario specifica che iniziò a piovere molto forte pochi minuti dopo la partenza. Fortunatamente aveva incluso un elmetto militare bianco alla sua attrezzatura, rendendolo all’avanguardia anche per la sicurezza in bicicletta!
Dopo essere passato da Berkhamsted, la sua città natia, arrivò a Londra, poi al canale della Manica dove si imbarcò su un traghetto che gli permise di mettere piede sul continente Europeo.

Da Dieppe, in Francia, pedalò attraverso la Germania, Austria, Ungheria, Croazia, Serbia, Bulgaria, Romania e infine arrivò ad Istanbul in Turchia.
Tra tutti i paesi attraversati, Thomas scrisse che le migliori strade su cui abbia pedalato siano quelle inglesi, a suo dire le migliori del mondo.
Ad Istanbul Thomas ricevette direttamente da Chicago dei raggi di ricambio, copertoni e altri pezzi di ricambio e una nuova pistola (calibro 38 Smith and Wesson), prima di ripartire verso l’Asia.
Il Medio Oriente e l’Asia
Dopo essersi riattrezzato, Thomas attraversò prima tutta la Turchia, arrivando in Armenia, poi il Kurdistan, Iraq e alla fine l’Iran. Quì venne accolto alla corte dello Scià di Peria a Teheran, dove passò l’inverno.
Passato l’inverno riprese la marcia, ma gli venne negato il permesso di recarsi in Russia. Allora si diresse verso l’Afghanistan, ma qui le autorità lo bloccarono il 10 Maggio 1886 e lo riportarono al confine. L’unica altra opzione per arrivare in India era utilizzando treni e traghetti.
Prese il traghetto per attraversare il Mar Caspio, arrivò a Baku dove prese un treno prima per Batoum (Georgia) e poi per Istanbul. Qui prese una nave che lo portò fino all’India.
Thomas pedalò per tutta l’India, sulla Grand Trunk Road, una
una delle più antiche e lunghe strade principali dell’Asia. Descrisse questa strada come “Comoda, efficiente e priva di banditi. La strada più sicura su cui abbia pedalato in vita mia”.
Arrivato a Calcutta prese un traghetto che lo portò fino ad Hong Kong.
L’ultima parte del viaggio e il ritorno a San Francisco
Thomas era già arrivato oltre ogni sua aspettativa, ma decise comunque di non fermarsi. Altrimenti non sarebbe stato il vero primo cicloturista della storia!
Decise di pedalare lungo la costa est della Cina. Quì incontrò numerose difficoltà, dovute sopratutto all’impossibilità di comunicare con le persone del luogo e l’ostilità della popolazione verso i Francesi (si era appena conclusa la guerra Franco-Cinese nel 1885). Thomas non lo era, ma era comunque un “occidentale” e questo non faceva differenza.
Decise quindi di prendere una nave e andare in Giappone, molto più calmo e tranquillo per i suoi standard di uomo pacifico. Arrivò fino alla città di Yokohama il 17 Dicembre 1886 e quì terminò il suo viaggio in bicicletta. Aveva pedalato per 13.500 miglia, pari a 21.700 km!
Thomas Stevens fece ritorno a San Francisco nel Gennaio del 1887, a 3 anni e 10 mesi dalla partenza del suo viaggio.

Le nuove avventure di Thomas
Dopo aver scritto per il magazine Harper’s il proprio racconto in un volume di 1000 pagine chiamato Around the world on a bicycle , Thomas non stette con le mani in mano e viaggiò ancora in Africa per una spedizione di salvataggio alla ricerca dell’esploratore Henry Morton Stanley.
Scalò poi il Kilimanjaro, si recò in Egitto, poi a Zanzibar, Russia e nuovamente in India.
Ritornò anche a Londra, dove nel 1895 sposò l’attrice Frances Barnes e diventò direttore del Teatro Garrick di Londra.
Morì per un cancro alla vescica e venne tumulato al cimitero di St. Marylebone a Londra.
Penso che il viaggio di Thomas Stevens possa essere di ispirazione per chi vuole fare il primo viaggio in bicicletta in solitaria. Pensate a quanto fosse male attrezzato, in solitaria, senza mappe, una bici difficile da guidare e per niente sicura,… insomma, se ce l’ha fatta lui, perchè non potete riuscirci anche voi?
Forse non sarò mai all’altezza di Thomas Stevens, il primo cicloturista della storia, ma sicuramente la bicicletta mi ha cambiato la vita. Ne parlo nel mio ebook, che potete scaricare seguendo il link qui sotto.