Pericolose per i pedoni, costose e inutilizzate. Questi sono solo alcuni dei falsi miti sulle piste ciclabili. In questo articolo riportiamo dieci miti da sfatare sulle piste ciclabili che forse anche voi avete pensato almeno una volta nella vita
Provocano maggiore inquinamento in città!
Questo è forse il mito più comune e diffuso un po’ in tutto il mondo. La critica è semplice: se viene tolto spazio alla marcia dei veicoli a motore, il risultato è maggiore traffico. Ma non è proprio così, visto che dopo più di 60 anni di costruzione di strade pensate solo ed esclusivamente per le automobili, oggi le nostre città sono congestionate più che mai. L’equazione strade più grandi = un numero maggiore di automobili è un dato di fatto.
La causa principale del traffico sono i veicoli a motore e questo è un dato di fatto. L’unico modo di diminuire il traffico sarebbe quello di avere meno veicoli sulle strade ed invogliare le persone ad effettuare il medesimo tragitto in bicicletta, potrebbe essere una soluzione.
Nessuno le utilizza, quindi non vale la pena costruirle!
Quando osservate una ciclabile vuota, osservate anche una strada e noterete che magicamente queste si riempiono di veicoli quando il semaforo è rosso. Lo stesso vale per le piste ciclabili. In tutto il mondo la costruzione di piste ciclabili invoglia i ciclisti ad utilizzarle.

Molti potrebbero dire che questo vale solo per i paesi del nord europa, dove la cultura della bicicletta è già molto diffusa, ma non è così. Basta pensare a Siviglia, che dopo la recente costruzione di più di 60km di piste ciclabili ha aumentato di 11 volte il numero di ciclisti nella capitale andalusa.
Basta fare due passi per Copenhagen per renderci conto quanto abbiamo da imparare dalla città più bike friendly del mondo.
Le ciclabili non favoriscono il commercio e gli affari dei negozi!
Una delle critiche che compone i dieci miti da sfatare sulle piste ciclabili viene dai commercianti e proprietari di negozi. Secondo alcuni la costruzione di piste ciclabili ruberebbe spazio ai parcheggi per le automobili, sfavorendone gli affari.
Questa critica però è completamente priva di fondamento. Il mondo dei negozi negli ultimi anni sta completamente cambiando, con l’avvento dello shopping online. I retail di tutto il mondo stanno quindi puntando a diventare un posto che attrae i clienti e questo è uno scopo difficile da raggiungere se l’unico modo che ho per recarmi in negozio è con l’automobile, specie se sono in centro.

Uno studio fatto a New York nel 2017, dove ancora l’uso dell’automobile è largamente diffuso, dimostra come le vendite dei negozi lungo piste ciclabili aumentano molto più velocemente rispetto a quelli senza. Non è invece presente nessuno studio che dimostri il contrario.
Le piste ciclabili sono pericolose per i pedoni!
Questo è uno dei miti più comuni e al tempo stesso più lontani dalla realtà. Certamente alcune piste ciclabili lasciano a desiderare (soprattutto quelle posizionate tra il marciapiede e le fermate degli autobus, che costringe i pedoni in pericolosi attraversamenti), ma se sono progettate bene non potranno mai causare pericoli per i pedoni. Tutti questi miti sono fatti apposta per distrarre il pubblico dal fatto che in realtà i veicoli a motore sono molto (ma molto!) più pericolosi.
Nel Regno Unito ogni anno si stima muoiano in media da 0 a 2 pedoni ogni anno per colpa dei ciclisti. Sono invece più di 460 le persone che ogni anno muoiono, solo nel Regno Unito, per colpa di veicoli a motore.

Attenzione! Nessuno sta cercando di mettere su un altarino i ciclisti rispetto a chi si sposta con veicoli privati. È semplicemente fisica. Una persona di 100kg in bicicletta che viaggia a 25km/h può uccidere un pedone, se lo prende in pieno. Ma è una circostanza abbastanza rara. Per contro, un SUV da 1,5 tonnellate che viaggia a 50km/h è una circostanza molto più frequente. Com’era quella storia della pagliuzza e della trave nell’occhio?
Le biciclette sono utilizzate solo da persone ricche!11!!1
Questa fortissima polemica scoppiata a Londra e a New York è rimbalzata in tutte le capitali europee. Principalmente è dovuta a due miti che andiamo a sfatare.
In primis le persone appartenenti alle classi più basse utilizzano moltissimo le biciclette per spostarsi in città. Statisticamente sia a Londra che a New York, chi utilizza la bici è per la maggior parte chi guadagna meno di 10.000 €/anno e la utilizzano per andare a lavoro. Non quindi propriamente dal manager che esce dall’ufficio per andare a fare un aperitivo dopo il lavoro.
Il bello della bicicletta è che chiunque può utilizzarla. La prossima volta che vi trovate nei pressi di una pista ciclabile osservate bene chi passa: vedrete il fissato con la bici in carbonio e l’operaio che torna a casa alla sera.
Come faccio ad utilizzare la bici anziché la macchina? E se devo trasportare qualcosa di ingombrante?
Nonostante siamo quasi nel secondo decennio del 2000, molte persone non sanno ancora che esistono servizi di consegna a domicilio e al piano. Prendete per esempio Amazon, che per “l’ultimo chilometro” di trasporto dei vostri acquisti online sta promuovendo in tutto il mondo l’uso di biciclette, anche a pedalata assistita. Ma anche le poste, gli spazzini oppure alcuni supermercati che consegnano le vendite porta a porta.
E poi ci sono le biciclette cargo, che possono essere utilizzate per trasportare carichi ingombranti. Rimuovere quindi porzioni di strada per fare spazio a delle ciclabili che possono essere utilizzate anche per trasportare oggetti ingombrandi, non mi sembra così sbagliato, no?

I ciclisti violano costantemente la legge, quindi perché costruire loro delle ciclabili?
Tra i dieci miti da sfatare sulle piste ciclabili, questo è forse uno dei più ridicoli. Per sfatare questo mito occorre dire una volta per tutte che tutti violano le regole della strada. Pedoni, camion, autobus, ciclisti, automobilisti, motociclisti,…
Le statistiche mostrano che il 52% degli automobilisti superano il limite cittadino di 50km/h e l’86% lo fa nelle zone a 30km/h (la percentuale arriva al 92% nelle ore iniziali della giornata). Milioni di guidatori utilizzano il telefono mentre guidano. Forse dovrebbe impaurirci più questo comportamento di un ciclista che attraversa con il rosso che, per carità è assolutamente sbagliato. Ma come abbiamo detto prima, è tutta una questione di fisica.
Non siamo mica in Danimarca/Olanda!
La risposta a questo mito è trita e ritrita, ma la riproponiamo: “Nemmeno l’Olanda degli anni settanta era l’Olanda di oggi!”.
Nei primi anni settanta infatti, l’Olanda era agli ultimi posti per la sicurezza dei ciclisti in strada. Questo perché in pochi anni le strade solitamente occupate dai ciclisti si riempirono improvvisamente da automobilisti. Questo portò a molte proteste che in 40 anni hanno cambiato radicalmente il paese. È tutta una questione di volontà popolare e pressione sulla politica.
Un’altra critica è che Olanda e Danimarca sono piatte. Certo, ma avete mai provato a pedalare in compagnia del forte vento che soffia sempre in Olanda? (Io si, ve ne parlo nel mio viaggio da Colonia ad Amsterdam in scatto fisso).
Questa critica non ha più forza nell’era delle e-bike. Oppure prendete per esempio il Trentino, forse la regione più ciclabile d’Italia, che non è esattamente pianeggiante.
E ancora: Si ma Milano o Roma sono città antiche con strade strette! Ma perché, scusate, Amsterdam e Copenhagen cosa sono state costruite, l’altroieri?
Le ciclabili? Costano troppo!
Piacciano o non piacciano le ciclabili iniziano a fare sempre più parte delle nostre strade e molti si chiedono quanto costa fare una ciclabile.
Così come per le strade, esistono varie tipologie di piste ciclabili: monodirezionali con solo segnaletica verniciata, separata dalla carreggiata da un cordolo, bi-direzionali su un solo lato della strada, autonome,…
Per darvi un’idea dei costi, che trovate descritti in modo più ampio qui ecco quanto possono costare alcune tipologie di piste ciclabili (i prezzi sono comprensivi di materiali, manodopera e IVA):
- Monodirezionali su ambo i lati della strada semplici: 30,28 €/metro lineare (30.227 €/km)
- Bi-direzionali su un solo lato della strada con conglomerato bituminoso: 82,56 €/metro lineare (82.557 €/km)
- Ciclabili autonome con carreggiata dedicata: fino a 216 €/metro lineare (fino a 216.000 €/km)
Rispetto alle ciclabili autonome, che al contrario delle altre non sfruttano la struttura pre-esistente, le strade hanno costi molto più elevati, anche per le maggiori dimensioni necessarie (a partire da 500€/metro lineare monocarreggiata).

E siamo sicuri che una spesa così alta significa sempre una maggiore viabilità o accesso alla città di persone?
Non ce né bisogno!
Non serve costruire piste ciclabili. Dobbiamo pensare le nostre città come solo ed esclusivamente territorio di veicoli con motore a scoppio e progettare le nuove strade solo per le automobili.
Si potrebbe scrivere un intero libro su quanto sia assurda un’affermazione come questa. Ma è sempre interessante, dopo una frase come questa, conoscere la sua soluzione a: il traffico congestionato nelle città, l’inquinamento, l’emergenza climatica, il rumore e il pericolo i girare a piedi o in biciclettta nelle città.
Le persone che affermano che non c’è bisogno di piste ciclabili, solitamente non hanno una risposta a queste domande.
Siete d’accordo sulla lista dei dieci miti da sfatare sulle piste ciclabili? Oppure ne aggiungereste qualcuno?