Soiler: si. Andare a piedi o in bicicletta è più sicuro di 25 anni fa. Una ricerca fatta da Buehler & Pucher ha scoperto che rispetto agli anni ‘90 sulle nostre strade muoiono meno pedoni e ciclisti.
Meno morti e feriti sulle nostre strade sono di per se già una buona notizia. Ma la notizia diventa ancora più bella se consideriamo che meno incidenti sulle strade vogliono dire più persone che si fidano ad andare a piedi o in bicicletta (donne, bambini e anziani) creando quindi un circolo virtuoso.

Questa ricerca è stata effettuata in 11 paesi sviluppati: USA, Australia, Giappone, Canada, UK, Olanda, Germania, Francia, Spagna, Danimarca e Svezia. E i dati riportati nella ricerca non sono stime, ma seguono i report statali dagli anni ’90 ad oggi.
L’ente di ricerca Buehler & Pucher ha comunque precisato che non necessariamente andare a piedi o in bicicletta è più sicuro di 25 anni fa. Per esempio il minor numero di morti e feriti possono essere attribuiti al miglioramento di tecnologie medicali o servizi ospedalieri.
Le strade difatti rimangono ancora il luogo più letale, specialmente per i ciclisti. La ricerca denota una maggior diminuzione di morti e feriti soprattutto in concomitanza di sviluppo di ciclabili separate dalla carreggiata delle auto ma anche di zone a traffico limitato o zone pedonali.
“La chiave per un ulteriore diminuzione di morti e feriti sulle nostre strade è senza ombra di dubbio lo sviluppo di ulteriori progetti in chiave di aree urbane pensate per i pedoni e i ciclisti, più che per le auto.” Conclude la ricerca.
Non è certamente un compito facile per le amministrazioni comunali e per la politica portare avanti questa sfida, ma è un passo necessario per migliorare la salute e il benessere generale dei propri cittadini. Olanda e Danimarca ne sono un perfetto esempio: scopri come queste due nazioni sono diventate negli anni un perfetto esempio di paesi ciclabili (clicca qui per la Danimarca e qui per l’Olanda).